Rubrica INNOVAR-SI – pillole su l' Intelligenza artificiale
Quando si parla di Intelligenza Artificiale, si pensa subito a tecnologie all’avanguardia, a robot in grado di comprendere e decidere le azioni da compiere e di un mondo futuristico in cui macchine e uomini convivono. In realtà, l’Intelligenza Artificiale e il suo utilizzo sono molto più reali di quanto si possa immaginare e vengono oggi utilizzati in diversi settori della vita quotidiana.
Secondo i dati del rapporto della Stanford University “AI Index” del 2022, dal titolo “Measuring trends in Artificial Intelligence”, gli investimenti privati globali in soluzioni di intelligenza artificiale hanno raggiunto l’ammontare complessivo di 93,5 miliardi di dollari durante il 2021. Tra le varie società spiccano SpaceX, Microsoft, NVDIA e Google. Quest’ultima ha acceso un dibattito sulla possibilità che il modello linguistico IA abbia sviluppato una coscienza propria.
Il ricercatore di intelligenza artificiale (AI) di Google, Blake Lemoine, è stato recentemente messo in congedo amministrativo dopo aver dichiarato pubblicamente che LaMda, un ampio modello linguistico progettato per conversare con le persone, era senziente.
Il dibattito sulla possibilità che i modelli linguistici diventino senzienti risale a Eliza, un chatbot relativamente rudimentale sviluppato negli anni Sessanta. Con l'avvento del deep learning e le quantità sempre maggiori di dati di addestramento, i modelli linguistici sono diventati più convincenti nel generare testi che sembrano scritti da una persona.
I recenti progressi hanno portato alla diffusione dell'idea che i modelli linguistici abbiano un ruolo fondamentale per l’intelligenza artificiale generale (Agi), la tecnologia che in futuro promette di realizzare software in grado di mostrare capacità simili a quelle umane in una serie di ambienti e compiti, e che potranno anche trasferire conoscenze.
Sicuramente l’intelligenza artificiale può consentire lo sviluppo di una nuova generazione di prodotti e servizi, anche in settori in cui le aziende europee sono già in una posizione di forza come l’economia circolare, l’agricoltura, la sanità, la moda e il turismo.
I risultati prodotti dall’IA però, dipendono da come vengono progettati e da quali dati vengono immessi. Questo processo può essere influenzato intenzionalmente o meno. Ad esempio, alcuni aspetti importanti potrebbero non essere programmati nell’algoritmo o potrebbero essere programmati per riflettere e perpetuare delle distorsioni strutturali. Inoltre, l’uso dei dati e dei numeri per rappresentare una realtà complessa fa sembrare l’IA fattuale, precisa e indipendente anche quando non lo è (il cosiddetto “math-washing”).
Concludendo con le parole di Larry Page, fondatore di Google, “L’intelligenza artificiale sarebbe la versione definitiva del web. Comprenderebbe esattamente quello che volevi e ti darebbe la cosa giusta. Non siamo neanche lontanamente a farlo ora. Tuttavia, possiamo avvicinarci sempre di più a questo, ed è fondamentalmente quello su cui lavoriamo.”
A cura di Emanuele Cangini