EVEY, Impresa Alto Contenuto Tecnologico, nata per dare voce e contrastare le discriminazioni sul lavoro, lancia anche un’App
La startup offre pacchetti formativi ed informativi, servizi di assistenza e consulenza ai lavoratori e alle aziende.
Disuguaglianze e malessere
Centinaia di milioni di persone subiscono discriminazioni legate a razza, sesso, religione, ed orientamento politico sul lavoro. Queste forme discriminatorie si concretizzano all’ingresso o nella permanenza nel mercato del lavoro, nella formazione, nelle mancate progressioni di carriera, nelle disparità retributive e in molestie fisiche, verbali e psicologiche che possono finire anche in violenze. Nonostante i miglioramenti che ci sono stati negli ultimi anni, questo fenomeno persiste e ha effetti dannosi dal punto di vista economico e sociale: le discriminazioni creano una distorsione della concorrenza, precludono opportunità, accentuano disuguaglianze e portano malessere.
EVEY. Alto Contenuto Tecnologico
Proprio per garantire le pari opportunità e la parità di trattamento nonché creare un piacevole spazio lavorativo, EVEY, Impresa ad Alto Contenuto Tecnologico di San Marino Innovation che nasce per dare voce a tutte le persone oggetto di discriminazione nei luoghi di lavoro e contrastarne la violenza psicologica, offre strumenti e tutele per concretizzare giustizia, benessere aziendale e personale. Mediante i suoi servizi di consulenza, rating e certificazione alle aziende, infatti, EVEY mira ad impedire che qualsiasi elemento differenziale dell’identità fisica o psicologica di una persona che lavora o è in cerca di lavoro possa determinare pregiudizi o discriminazioni. Qui il link al sito.
Intervista a Valeria Moscardino, consulente tecnica di EVEY, ci racconta più dettagliatamente questa iniziativa.
Come nasce il progetto EVEY e in cosa consiste?
"Il progetto, Evey, prende il nome dalla protagonista del film V per Vendetta, una donna che fa un percorso di crescita e sviluppa una piena consapevolezza di sé e dei propri obiettivi. Così come Evey, l’omonimo progetto mira a portare una maggior consapevolezza e conoscenza dei propri diritti e dei propri doveri nel mondo del lavoro, non solo da parte dei lavoratori ma anche da parte dei datori di lavoro. L’idea del progetto è maturata un anno fa quando io e Marco Galli, attuale CEO di EVEY, ci siamo resi conto della grande criticità del denunciare certi tipi di violenza e discriminazione, che passano anche attraverso sistemi informatici. Per questo motivo, EVEY mira a fornire esempi di metodologie ed indirizzi operativi legalmente corretti e di buone prassi in materia di parità e contrasto alle discriminazioni per evitare limiti allo sviluppo della persona e della sua professionalità".
Quali sono i trend di scenario sulla discriminazione e violenza delle donne nei luoghi di lavoro? C'è stata una evoluzione pre e post-Covid su questo fronte?
"Il Covid ha segnato uno spartiacque: la violenza e la discriminazione nell'ambito lavorativo non sono diminuite, ma ne sono cambiate le modalità. Se prima le molestie e le ingiustizie di ogni genere avvenivano all'interno degli ambienti di lavoro, dove per ambiente si intende lo spazio fisico di lavoro quale l’ufficio, ma anche spazi come spogliatoi, bagni, alloggi e mensa, nonché gli spostamenti di lavoro; oggi, con lo smartworking, la violenza è più una violenza psicologica, come ad esempio non concedere certi tipi di permessi di cui i lavoratori hanno diritto, ad esempio i permessi legati alla quarantena dei figli o alla chiusura delle scuole.
I dati dell’Istat (2019) mostrano che 1.404.000 donne nel corso della loro vita lavorativa complessiva (dal momento in cui erano entrate nel mondo del lavoro fino al pensionamento) hanno subito delle molestie, sia fisiche che psicologiche. Questo significa che 1 donna su 3, dai 15 anni in su, subisce una violenza sul lavoro. Purtroppo, questi dati sono alti e preoccupanti e sono spesso dovuti alla mancata conoscenza dei propri diritti e doveri, ma è anche dalla scarsa informazione sugli strumenti che permettono di garantire le pari opportunità e la parità di trattamento tra uomini e donne o sulle misure che possono essere applicate per permettere la conciliazione delle esigenze di cura, di vita e di lavoro e un miglior svolgimento in genere del rapporto a vantaggio di tutte le parti coinvolte".
Quali sono i valori e la filosofia su cui si fonda EVEY?
"Il valore di EVEY è sicuramente quello di informare tutti i protagonisti coinvolti nell’ambito lavorativo, dei rispettivi diritti, doveri, tutele, garanzie, divieti per lavorare meglio insieme. La missione, invece, è dare voce a situazioni esemplari di benessere aziendale e di conseguenza personale per ogni risorsa umana e risolvere ed eliminare situazioni di conflitti".
EVEY. La tutela dei lavoratori
Come tutelate concretamente i lavoratori? Quali sono i prodotti e le soluzioni che mettete a disposizione e come questi vengono implementati sia lato aziende che lato persone?
"EVEY non solo diffonde la conoscenza e lo scambio di buone prassi e della normativa organizzando la progettazione di appositi percorsi e pacchetti formativi ed informativi in materia, ma offre anche l’assistenza ai lavoratori nelle varie fasi dei percorsi anche interloquendo con le autorità pubbliche. Inoltre, fornisce alle ditte consulenza nei contenziosi e in materia di lavoro e nella gestione delle risorse umane e concede la possibilità di riceve segnalazioni di presunta discriminazione da parte di lavoratori e dà loro informazioni specifiche e consulenze. Offre infine la promozione di progetti e di soluzioni lavorative tra le parti, attivando misure che vanno dalla sensibilizzazione dei contesti alla ricerca della conciliazione nei casi di squilibrio e di conflitto.
Ai lavoratori registrati all’App, gratuita e disponibile su IOS e Android, sarà assegnato un codice d’identificazione affinché rimanga l’anonimato, e sarà permesso loro rispondere a domande sul posto di lavoro e sull’iter di assunzione. Le risposte genereranno un rating all’azienda e mostreranno il quadro generale dell’ambiente lavorativo. Inoltre, gli utenti avranno la possibilità di richiedere consulenza tramite chat o telefono di modo da essere indirizzati ai giusti professionisti, quali commercialisti piuttosto che avvocati, per risolvere un’eventuale disputa. Allo stesso modo, le aziende, rispondendo alle medesime domane, si auto-valutano e si rendono conto della propria professionalità, capiscono le prassi da seguire e i modelli a cui si devono conformare. Per le aziende, vi è inoltre la possibilità di ricevere una certificazione che attesta l’inclusione dell’ambiente lavorativo".
Quali sono le maggiori sfide ed opportunità che avete riscontrato fino ad ora?
"Nonostante l’App rispetti la normativa della privacy e non sia nata per ‘denunciare’ le aziende, bensì creare un dialogo, una conoscenza ed un confronto tra lavoratori e datori di lavoro, la maggiore sfida risiede sul piano morale, nel senso che ci rendiamo conto di quanto possa essere difficile per i nostri interlocutori ‘uscire allo scoperto’. La difficoltà si riscontra proprio nel parlare ed affrontare certe tematiche, come le discriminazioni e le violenze sul lavoro, che ancora oggi sono considerate un tabù. Vi è una paura diffusa e ancora poca conoscenza di questi argomenti. Eppure, tali sfide e difficoltà, possono tramutarsi in opportunità se si trova il coraggio di fare un passo in più. L’App, che si arricchisce con il rating fornito dagli utenti, permetterà una buona conciliazione tra interessi dell'individuo lavoratore e il buon rendimento aziendale, organizzativo e produttivo".
Qual è il feedback ricevuto e quali sono le aspirazioni future?
"Nonostante alcuni lavoratori e datori di lavoro si siano mostrati scettici riguardo la praticità dei passaggi dell'App, il feedback complessivo è stato più che positivo. Certo, è un progetto che spaventa perché è unico ed innovativo nel suo genere, ma ci è stato espresso grande entusiasmo proprio per il potenziale e le grandi opportunità, se non nell’immediato ma a lungo termine, che questo progetto può avere, tanto che l’App è già stata certificata da San Marino Innovation.
Non ci aspettiamo assolutamente un ritorno economico, ma desideriamo concretamente fare la differenza; vogliamo arrivare alla divulgazione di queste conoscenze in materia di Congedi, Riposi, Permessi, Tutela in genere dei lavoratori, salute e sicurezza in ambito lavorativo per realizzare l’applicazione dei diritti e dei doveri nell’ambiente di lavoro".
Source: ilgiornaleditalia