Perché è importante conoscere la tecnologia blockchain
Si parla molto di blockchain, perché è cosi importante? Discutiamone con Sergio Mottola, presidente di San Marino Innovation.
Per capire le potenzialità della tecnologia blockchain bisogna necessariamente partire da una definizione. Di fatto, si tratta di un registro decentrato, una sorta di libro mastro pubblico nel quale vengono archiviati, in modo sicuro, verificabile e permanente, le transazioni che avvengono tra due utenti appartenenti a una stessa rete. I dati relativi agli scambi sono salvati all’interno di blocchi crittografici, collegati in maniera gerarchica l’uno all’altro. Si crea così un’infinita catena di blocchi di dati (da qui il nome blockchain) che consente di risalire e verificare tutte le transazioni eseguite. Per questo motivo, la blockchain è nota anche come Distributed Ledger Technology (DLT), tecnologia di registro distribuito. Grazie alle sue caratteristiche di trasparenza e immutabilità del dato, la blockchain è parsa da subito una tecnologia destinata a trasformare interi settori professionali.
Questa tecnologia, di fatto, può essere utilizzata in qualsiasi ambito dove si renda necessaria la relazione fra più persone o gruppi. Siamo davanti a un vero e proprio cambio epocale che necessita anche un cambio culturale, perché le aziende che vi si approcciano devono essere pronte ad un nuovo concetto di trasparenza e condivisione dei dati. Quello che ci si aspetta è una transizione economica in cui il posizionamento delle aziende verrà ristrutturato e ridimensionato rispetto alla situazione attuale.
Quale sarà l’impatto della tecnologia blockchain nella vita del comune cittadino?
Il primo aspetto molto interessante è la proprietà del dato. Un esempio che uso sempre: si sente parlare del reddito di cittadinanza e ci sono tanti studi che valorizzano il dato di ognuno di noi nella sua partecipazione ed interazione giornaliera con il mondo digitale. Il problema reale è che non abbiamo nessuna proprietà di questo dato. Stanno nascendo le prime startup, i primi progetti che cercano di aggregare, andare a prendere questo dato e scegliere se usarlo o meno oppure pagare le aziende sulla base delle analisi del tuo comportamento digitale. La realtà dei fatti è che si può creare una piattaforma intermedia ma il dato è sempre o di Amazon, Apple o della piccola azienda che lo ha creato. Perché? Perché l’infrastruttura tecnologica funziona in questo modo. Un database aziendale è di chi lo ha creato ed ha un valore. Non è possibile portare via i dati da un database creato da altri.
In questa visione se al cittadino ritornasse la proprietà del suo dato si aprirebbe un modo di operare completamente diverso. Il nostro set di dati personali può diventare un clone digitale che rappresenta la nostra vita. Un pò come il passaporto: quando arrivo in un altro paese porto con me i miei dati e il mio storico. Quindi se a quel passaporto cominciassi ad aggiungere tutto il mio comportamento digitale, i miei dati sanitari, il mio credit rating ed altri set, potrei muovermi in qualsiasi mondo ed essere riconosciuto esattamente come sono riconosciuto a casa.
Nel momento in cui esco mi porterò via i miei dati per accedere liberamente da un servizio ad un altro, ed avrò la capacità anche di affidarmi ad un piccolo imprenditore che ha strutturato, per esempio, una piattaforma per vendere un suo prodotto o servizio.
Tutto diventa comodamente gestibile perché il dato è mio, la proprietà è mia. Basta solo che il proprietario della piattaforma convalidi la mia identità con il fine di vedermi un prodotto o servizio. Non sarà quindi necessario accedere ad un database in cui sono raccolti la data di nascita, la carta di credito e l’indirizzo, in pratica lo storico di ognuno di noi. Il tutto rimane di proprietà della persona e non ha bisogno di essere “archiviato”. Si viene a delineare un concetto completamente diverso: invece di disperdere i dati affidando la propria fiducia a questa o quell’altra azienda, la persona ed il suo relativo storico diventano un tutt’uno, in cui l’utente può muoversi a piacere e nella totale sicurezza.
Molte persone confondono Bitcoin e blockchain pensando che siano la stessa cosa. Qual’è il rapporto tra le criptovalute e la tecnologia blockchain? Perché viene ritenuto un settore ad alto rischio?
Blockchain è un termino spesso abbinato al Bitcoin, in realtà è solo la tecnologia che ne sta alla base, ovvero, registra le transazioni e certifica la titolarità di Bitcoin o altre monete virtuali. Tendenzialmente, spaventa la sua volatilità estrema, anche in considerazione della mancanza di offerta già prestabilita. Infatti dal 2040 non verranno più estratti nuovi bitcoin.
Cosa sono i Blocchi?
Un blocco sostanzialmente è l’insieme delle registrazioni di diverse transazioni in un arco temporale, di solito intorno ai dieci minuti. Si parte da un blocco base e da questo si andranno via via unendo i diversi anelli della catena. Le parti che compongono un blocco sono due: un codice alfanumerico che lo collega al blocco precedente (hash) e un altro codice alfanumerico per unire la transazione successiva. L’hash, rappresenta in modo inequivocabile e allo stesso tempo sicuro, ciascun blocco.
Il concetto di blockchain può essere spiegato in modo ancora più semplice:
Al bar lui dichiara a lei: “Ti amo”. Sono da soli, non c’è nessun testimone. Sempre lui al lavoro dichiara ad un’altra: “Ti amo.” Due colleghi hanno sentito, ci sono quindi dei testimoni, ma potrebbero essere corrotti facilmente per indurli a negare l’accaduto. Essendo i testimoni solo due, il grado di corruttibilità di quell’informazione è molto alto.
In blockchain è come se quella stessa affermazione venisse fatta di fronte a un milione di persone, difficile a questo punto andare a corrompere il dato, perché quella stessa transazione è immodificabile all’interno di un circuito in cui sono presenti milioni di persone.
E’ il modo più semplice per spiegare il concetto su cui si basa blockchain: il consenso è talmente alto ed è talmente distribuito che si viene a creare una certezza matematica sul valore e il significato di ciò che viene affermato. Toglie il valore della fiducia (mi fido di te quindi), poiché c’è sempre l’essere umano dietro a determinate transazioni più importanti. Se c’è una frode è sempre l’essere umano che è dietro a tutto questo o un hacker che entra nel sistema e decide di cambiare i dati del sistema.
Blockchain sta costruendo un sistema dove un essere umano non ha più nessun potere in questo registro distribuito, ma cominciano, invece, ad aver valore due milioni di esseri umani, la totalità dà valore e certezza. Poichè la moltitudine non si può corrompere, la dinamica è inossidabile.